La
prima cosa che, ovviamente, non può mancare è l’idea
di fondo.
Con
ciò si intende la visione, le ragioni e le motivazioni che
caratterizzeranno la futura associazione e che, necessariamente e
preliminarmente, devono essere condivise dai soggetti promotori.
Definire
l’idea e il progetto associativo nel suo insieme, non è affatto
cosa semplice e risulta di primaria importanza per la riuscita e la
sopravvivenza del “patto” che i futuri associati andranno a
sottoscrivere. Si dovrebbe, pertanto, valutare la validità
dell’intero progetto, prima ancora che esso venga realizzato: i
soggetti promotori devono chiedersi se effettivamente hanno delle
solide motivazioni per consolidare un patto fra loro a cui aderiranno
anche altre persone, con aspettative, non necessariamente coincidenti
con le loro.
Pertanto,
è come se i promotori del progetto dovessero, non soltanto decidere
come esso si configuri nell’immediato, ma anche immaginare come
sarà l’associazione fra un certo numero di anni (ad esempio, 10
anni!). Solo così facendo, avranno modo di capire se l’idea alla
base del progetto sia veramente valida e “forte” oppure soltanto
una moda passeggera o, peggio, solo un sogno di loro stessi.
Le
domande che dovranno porsi sono le seguenti:
- quale fine si intende conseguire attraverso l’associazione?
- in quali e quante modalità è possibile realizzare, nella pratica, la finalità che ci si è proposti?
- quante sono le risorse a disposizione, in termini di impegno personale, di tempo a disposizione, economiche, ecc.?
- a chi si intende proporre l’associazione e perché?
- l’idea di fondo potrà riscuotere l’interesse dei potenziali soci?
- quale utilità concreta (tempo libero, cultura, sport, arte, ecc.) l’associazione apporterà nella vita degli associati?
- ecc.
Se
questa prima verifica di fattibilità avrà dato esito positivo, ecco
che i soggetti promotori potranno iniziare a condividere fra loro i
propri valori, le aspettative e i passi concreti da compiere per
iniziare a dare corpo e sostanza al progetto.
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